Cenacolo

Il Circolo della Giumenta Imbalsamata ha come scopo la promozione e la diffusione della conoscenza della “bassa” e della alta cultura equestre, che in Italia sono state colpevolmente lasciate decadere e che sono state sostituite dalle nuove mode lalliste provenienti dall'estero.

I componenti del “Circolo” condividono amore e rispetto per il cavallo, la base comune a tutti i veri cavalieri di tutti i luoghi e di ogni tempo.

Il “Circolo” è a numero chiuso, si accede per esplicito invito del Direttorio o per richiesta di adesione da parte dell'interessato che è valutata ed – eventualmente – accettata.

I Partecipanti al cenacolo danno il loro contributo in forma libera, gratuita e volontaria, lo scopo è favorire la diffusione culturale e migliorare le conoscenze del “pubblico pagante” del web che può chiedere spiegazioni e domandare di trattare argomenti specifici seguendo modalità offerte a parte.

Col tempo - speriamo - che si formerà un archivio ben delineato quale punto di riferimento dove - chi vuole - potrà accedere facilmente a temi specifici di suo interesse.

Tenteremo – da un lato - di riesumare la cultura dei carrettieri, dei cavallari, degli uomini di cavallo di un tempo e – dall'altro lato - di diffondere il pensiero dei Grandi Cavallerizzi da Xenophon a Oliveira.

Tutto questo dibattendo temi specifici affrontati da diversi punti di vista, infatti, i componenti del cenacolo sono di differenti orientamenti equestri ma tutti avranno pari dignità di espressione a patto che seguano le poche semplici norme che andiamo ad esporre, queste:

si affronta un argomento alla volta.
Mai andare O.T.
Il tema, una volta sviluppato, va sintetizzato, concluso e archiviato.
Assolutamente vietati gli attacchi personali e le provocazioni.
Chi devia da queste semplicissime regole viene cacciato immediatamente a calci in culo.

lunedì 14 novembre 2016

La Voce 14

secondo il regolamento FISE salto ostacoli in vigore:
"Sotto pena di eliminazione, sono vietati gli aiuti di compiacenza. E’ considerato tale qualsiasi intervento, sollecitato o no da chiunque promosso, fatto con lo scopo di facilitare il compito del concorrente o di aiutare il suo cavallo nell’affrontare il percorso.
In casi particolari la Giuria può autorizzare il concorrente ad entrare in campo con l’aiuto di un’altra persona.
Non sono considerati aiuti di compiacenza tutti gli aiuti ad un concorrente a terra.
Sono invece considerati aiuti di compiacenza tutti gli interventi a favore di un concorrente in sella durante lo svolgimento di un percorso.
........
Agli istruttori degli allievi che partecipano alla categorie B100 (purché di precisione PF 1 o 2) o inferiori è consentito entrate in campo durante la gara".

ne deduco:
1) la voce si può usare, basta che ad usarla sia il cavaliere;
2) la voce per aiutare cavallo e cavaliere la può usare anche chiunque (quindi non solo il cavaliere) fin tanto che concorrente non è a cavallo (concorrente a terra)
3) la voce l'istruttore la può usare (suggerendo al cavaliere dove girare o se mettere gamba o se aspettare o facendo la rana o l' "oooh" al cavallo) se si tratta di percorsi amatoriali di allievi.

cosa vuol dire? che la FISE riconosce eccome che la voce può fare la differenza e che è un aiuto molto potente. sia per il cavallo che per il cavaliere.

Per quanto riguarda la mia esperienza, posso dire che la voce non è, a mio avviso, un aiuto naturale per il cavaliere. Abbiamo il corpo sopra a quello del cavallo, stretto, a contatto.
Ho visto ieri sera un servizio delle Iene sulla nostra atleta parolimpica, schermitrice, senza braccia e senza gambe. Ha mostrato come funziona la sua protesi. Basta la contrazione di un muscolo per fare aprire la mano patacca e di un altro per farla aprire.
Il cavallo è una sorta di protesi, anche lui lo possiamo fare aprire e chiudere con la contrazione di un muscolo. E le contrazioni muscolari/impulsi nervosi per compiere un'azione diventano - con la ripetizione - dei veri riflessi condizionati.
Se io voglio flettere il cavallo o girare o fermarmi io non penso all'azione da fare, l'azione non passa dalla mia testa. Io visualizzo solo il risultato, cioè l'alt o la flessione o la curva. Allo stesso modo la nostra atleta parolimpica non pensa "ora voglio aprire la mano patacca, devo contrarre quel muscolo" ma semplicemente pensa di aprire la mano della protesi ed essa si apre.
Come funziona ciò? Funziona con il principio dell'arto fantasma. Ovvero, anche se l'arto non c'è più, l'impulso nervoso passa lo stesso, i tuoi nervi e muscoli non sono consapevoli fisiologicamente che non c'è più la mano. Il tuo cervello manda il comando alla mano farlocca proprio come se fosse la tua mano, non fa passaggi intermedi, il messaggio è chiaro, fulmineo, istantaneo.
Il movimento diventa inconscio, quasi.
Il cavallo funziona un pò così.
La voce è diversa, non può essere così immediata, fulminea, va sempre pensata e trasfusa dal pensiero alle corde vocali o alla bocca o alla lingua.

Poi, certo, per cose basilari la voce può sostituirsi all'aiuto del cavaliere. Metti il bambino sul ponetto che non avanza, se il bimbo non mette la gamba l'istruttore può ottenere lo stesso l'avanzamento facendo la rana (o lanciando sassi nel sedere del ponetto, dipende dalla distanza e dalla disponibilità di pietre nelle immediate vicinanze).

Quando invece la voce la usa il cavaliere, essa è un rafforzativo dell'azione fisica.
In una linea stretta, se entro a fuoco, appena il cavallo si riceve rientro in sella, arretro le spalle, chiudo i pugni e, se non rientra abbastanza e celermente, do anche la voce ("oooooo").
Il fischio non lo uso e non lo sopporto, lo ritengo del tutto inutile per fermare o rallentare il cavallo: nelle fasi concitate in cui serve aggiungere la voce agli aiuti fisici (es: rallentare nella linea corta di cui sopra) non è possibile mettersi a fischiare.