Cenacolo

Il Circolo della Giumenta Imbalsamata ha come scopo la promozione e la diffusione della conoscenza della “bassa” e della alta cultura equestre, che in Italia sono state colpevolmente lasciate decadere e che sono state sostituite dalle nuove mode lalliste provenienti dall'estero.

I componenti del “Circolo” condividono amore e rispetto per il cavallo, la base comune a tutti i veri cavalieri di tutti i luoghi e di ogni tempo.

Il “Circolo” è a numero chiuso, si accede per esplicito invito del Direttorio o per richiesta di adesione da parte dell'interessato che è valutata ed – eventualmente – accettata.

I Partecipanti al cenacolo danno il loro contributo in forma libera, gratuita e volontaria, lo scopo è favorire la diffusione culturale e migliorare le conoscenze del “pubblico pagante” del web che può chiedere spiegazioni e domandare di trattare argomenti specifici seguendo modalità offerte a parte.

Col tempo - speriamo - che si formerà un archivio ben delineato quale punto di riferimento dove - chi vuole - potrà accedere facilmente a temi specifici di suo interesse.

Tenteremo – da un lato - di riesumare la cultura dei carrettieri, dei cavallari, degli uomini di cavallo di un tempo e – dall'altro lato - di diffondere il pensiero dei Grandi Cavallerizzi da Xenophon a Oliveira.

Tutto questo dibattendo temi specifici affrontati da diversi punti di vista, infatti, i componenti del cenacolo sono di differenti orientamenti equestri ma tutti avranno pari dignità di espressione a patto che seguano le poche semplici norme che andiamo ad esporre, queste:

si affronta un argomento alla volta.
Mai andare O.T.
Il tema, una volta sviluppato, va sintetizzato, concluso e archiviato.
Assolutamente vietati gli attacchi personali e le provocazioni.
Chi devia da queste semplicissime regole viene cacciato immediatamente a calci in culo.

giovedì 10 novembre 2016

voce 8

ecco, mi riallaccio all'ultima affermazione su "voce 7" per segnalare che anche io ho l'impressione che, sì, i grandi uomini di cavalli usino la voce, però anche secondo me tale uso è relegato più che altro a una fase iniziale dell'addestramento. Sul punto vorrei citare alcuni brani di Klimke.

 
(puledro alla corda ndr)
L'uomo a terra con la corda indica con la frusta nella direzione della grippa del cavallo. Egli è pronto a toccarlo leggermente sull'anca con la pioggia e a sostenerlo a vice con un comando di “avanti” per infondergli coraggio, nel caso dovesse inciampare nel passo.  
(puledro in doma a sella ndr)
Tutto il comportamento del cavaliere nel corso della doma è rivolto al fatto di adeguarsi al movimento del cavallo. Il cavaliere non prende l'iniziativa con i suoi aiuti, in quanto il cavallo non li conosce, ma attende e regola la cadenza con il frustino e la voce; il frustino va tenuto appoggiato contro la spalla. L'uso della voce deve essere ben dosato. Un chiacchiericcio continuo con il cavallo non solo è inutile ma può addirittura essere dannoso; il cavallo memorizza comandi e parole concise. Un flusso di parole rende il puledro insicuro e non è assolutamente compreso. … quando il puledro si è calmato e rilassato passeremo il programma di addestramento sull'obbedienza agli aiuti direzionali del cavaliere in dirittura. Per fare questo si fanno aderire bene le gambe al costato con l'incentivo di un leggero colpo di frustino e il sostegno della voce. Se il cavallo reagisce viene immediatamente premiato. Se non reagisce dobbiamo rafforzare gli aiuti. Con la ripetizione continuata della combinazione gamba-frustino-voce cerchiamo di indurre il giovane cavallo ad aumentare il movimento in avanti da solo, limitandoci esclusivamente a una pressione della gamba sul costato diminuendo progressivamente l'uso della voce e del frustino per inserirli nuovamente solo nel caso in cui il puledro non risponda alla gamba.

Reriner Klinke, l'addestramento del puledro, GEA 1990, Milano